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  • Volume #4 (con volume #3 incluso) 
  • prototipo_2016
  • materiali vari e videoproiezioni
  • dimensioni: cm 360x300x70

SOPRASOTTO. DISEQUILIBRI DELLA VISIONE
A partire dalle riconfigurazioni di Ugo la Pietra                                                               mostra a cura di Ermanno Cristini e Luca Scarabelli

Joykix, Volume 4 (con Volume 3 incluso), 2016


Volume 4 (con Volume 3 incluso) è un dispositivo, un archivio e un display, uno spazio che si definisce di volta in volta in corso d’opera.

Sintetizza la mia riflessione sull’architettura razionalista, partendo dal concetto di modulo (60×60 cm e suoi sottomultipli) dedotto dalle caratteristiche dei materiali prefabbricati industriali presenti nello spazio espositivo (pannelli per controsoffittatura, piastrelle per pavimenti e rivestimenti murari), un supermercato in disuso.

Il modulo standardizzato diventa l’unità di misura per una struttura che adatta la propria forma e dimensione all’ambiente: in questo caso, rispondendo al concept curatoriale, propone il ribaltamento del controsoffitto invertendolo “sotto sopra”.

Volume 4 è anche un archivio, una griglia per esporre altre opere, visibili unicamente abbassandosi e spiando tra gli elementi costruttivi – dove sono parzialmente celate sotto forma di immagini residuali – o alzando lo sguardo: due video della serie Cibodentro che ci introducono all’interno del mondo segreto dei surgelati, dentro ai sacchetti ermeticamente chiusi, rivelando l’alimento come corpo estraneo nella sua nudità fenomenica nascosta delle invitanti e rassicuranti confezioni esposte sugli scaffali del banco-frigo. Ciò che della merce vediamo e che ci seduce è la confezione, destinata a diventare scarto immediatamente dopo l’acquisto, pur non subendo un processo di degrado, anzi rimanendo come testimone/scoria. Il blister é l’erede postmoderno della custodia, che invece era involucro prezioso e duraturo, e qui, nella metaforica trasparenza di un parallalepipedo di PVC, è reso come fantasma della merce di cui conserva in forma di impressioni le tracce del suo passaggio.

La rigidità della struttura contrasta con l’aleatorietà delle immagini, che la mette in crisi: l’utopia razionalista si rovescia nella distopia quotidiana del consumo.

Rossella Moratto